I criminali non vanno mai in vacanza, anzi, durante le ferie sono più attivi che mai proprio perché sanno che il relax durante le ferie diminuisce il livello di guardia. Meglio però qualche accorgimento in più, per evitare di essere preda di brutte sorprese in grado di rovinarci le vacanze.

Le 3 regole d’oro per difendersi dalle truffe più diffuse:

1 Email dalla banca o dall’Inps

Chi ha un conto online o utilizza regolarmente l’home banking riceve puntualmente aggiornamenti di sicurezza dalla propria banca, ma quello che non sa è che i cybercriminali cambiano strategia e comunicazione velocemente proprio per essere sempre più efficaci. La prima regola per difendersi è di non cliccare mai su link contenuti nelle email, anche se sembrano provenire dalla nostra banca o da altri Istituti come l’Inps o le Poste. Se proprio abbiamo qualche dubbio, meglio contattare l’assistenza clienti per verificare il contenuto dell’email.

2. Social phishing

I social sono una miniera d’oro per i truffatori di ogni specie ed è piuttosto comune l’abitudine di frequentare i social anche in vacanza condividendo le foto delle vacanze, registrandosi in qualche luogo o locale e condividendo la propria posizione. Meglio assicurarsi di aver impostato un livello di sicurezza alto, così da essere sicuri che queste informazioni vengano condivise solo con i nostri contatti e non con tutti. In questo modo sarà molto più difficile che qualche malintenzionato ci contatti privatamente o ci chieda amicizia sfruttando queste informazioni. Attenzione ai messaggi contenenti inviti a cliccare del link, anche se provengono da contatti che conosciamo, perché spesso si tratta di malware che hanno infettato i nostri contatti a loro insaputa e infetteranno anche il nostro computer.

3. La truffa romantica

Le app e i siti di incontri hanno più volte messo in guardia i loro utenti sui truffatori, ma a volte non basta. La regola è non abbassare mai la guardia e diffidare di chi tende a stabilire un rapporto troppo confidenziale o, dopo qualche scambio inizia a chiedervi dei prestiti adducendo come scusa qualche guaio familiare e puntando sul senso di colpa che certi racconti generano.

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