Crollo parziale o totale di un immobile: serve una rettifica catastale?

Un crollo, che sia parziale o totale, modifica in modo sostanziale lo stato di un immobile. Ma il Catasto va aggiornato?
La risposta è sì: in entrambi i casi è necessario presentare una rettifica catastale, così che la banca dati dell’Agenzia delle Entrate rispecchi la nuova realtà.
Perché serve una rettifica catastale
Il Catasto registra le caratteristiche fisiche e identificative degli immobili.
Quando una costruzione viene danneggiata o distrutta, i dati non corrispondono più allo stato reale dell'immobile.
Senza un aggiornamento, le visure catastali continuerebbero a mostrare l’immobile come integro o esistente, creando errori nei conteggi delle imposte di proprietà e creando incongruenze. Leggi anche: “Errori Catastali: correzioni e cambi di categoria".
Crollo totale o parziale: la differenza
- Crollo totale: l’edificio è completamente distrutto e non è più riconoscibile come fabbricato.
- Crollo parziale: solo una parte dell’immobile è crollata, ma la struttura conserva una parte consistente e può essere recuperata o ricostruita.
In entrambi i casi, serve una variazione catastale per aggiornare la situazione.
Chi deve presentare la rettifica
L’obbligo di comunicare il cambiamento spetta al proprietario o al titolare di un diritto reale sull’immobile.
La pratica viene predisposta da un tecnico abilitato (geometra, architetto o ingegnere) attraverso una denuncia di variazione catastale (DOCFA), che segnala il crollo all’Agenzia delle Entrate – Ufficio del Territorio.
Come si procede
- Sopralluogo tecnico: il professionista verifica lo stato effettivo del fabbricato.
- Redazione della pratica DOCFA: viene specificato se si tratta di un crollo totale o parziale.
- Aggiornamento catastale: l’Ufficio del Territorio modifica la banca dati.
Nel caso di crollo totale, l’immobile viene cancellato dal Catasto fabbricati e riportato solo nel Catasto terreni.
Se invece il crollo è parziale, il tecnico aggiorna planimetrie e dati relativi alla porzione rimasta.
Cosa succede se non si aggiorna il Catasto
Ignorare la rettifica può causare diversi problemi:
- incongruenze nelle visure o negli atti notarili;
- errori nel calcolo di IMU o TASI (Leggi anche: “Quando serve e dove trovare la rendita catastale di un immobile online (anche da App)”);
- ostacoli in caso di vendita, successione o ristrutturazione;
- possibili sanzioni amministrative per mancata comunicazione.
Aggiornare conviene
Oltre a essere un obbligo, aggiornare il Catasto in caso di crollo è anche un atto di tutela.
Permette di mantenere allineati i dati ufficiali e di evitare complicazioni future legate alla proprietà, alla fiscalità e alla ricostruzione dell’immobile.
Cosa sapere in breve
- In caso di crollo parziale o totale di un immobile, è obbligatorio aggiornare il Catasto.
- La rettifica serve a rendere coerenti i dati catastali con lo stato reale del fabbricato.
- La procedura viene gestita da un tecnico abilitato (geometra, architetto o ingegnere) tramite pratica DOCFA.
- Con crollo totale, l’immobile viene eliminato dal Catasto fabbricati e riportato solo nel Catasto terreni.
- Con crollo parziale, si aggiornano planimetrie e consistenza residua.
- Non comunicare la variazione può causare errori nelle visure, problemi fiscali e sanzioni.
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